La conversione da RGB a CMYK è da sempre un tema caldo nella stampa digitale.
America vs Russia. Joker vs Batman. I grandi antagonismi della cultura popolare nascondono storie di interconnessione. Il primo contendente è l'immagine specchiata dell'altro , un mutuo rapporto dove lo Yin non esiste senza lo Yang. Lo stesso vale per i metodi cromatici RGB e CMYK, croce e delizia di grafici professionisti e amatoriali, ma facciamo un passo indietro con un piccolo excursus sul rapporto tra l'uomo e i colori. Vi invitiamo a visionare la nostra infografica, ispirata alle celebri strisce di Oatmeal, per stimolare la vostra curiosità in merito, aumentando la consapevolezza sulla complessità dell'universo cromatico.
In campo artistico si dice che il set di colori non faccia il pittore. Leonardo da Vinci non sarebbe stato un migliore artista se avesse avuto a tutti gli strumenti che nel 2020 troviamo nei negozi di belle arti. Se questa affermazione è vera, lo è anche quella per cui il medium influenza il media. In tal senso, può essere utile per un grafico conoscere la dotazione cromatica cdi cui può disporre quando realizza un prodotto del suo ingegno. La tecnologia digitale permette di suddividere la fase di ideazione e la fase di impressione in due momenti distinti e separati, caratterizzerizzati da sfide specifiche. In particolare, vorremmo concentrarci sul rapporto tra stampa e colore, dove la scelta della tricromia e quadricromia concorrono nell'influenzare la resa finale. Non sempre ciò che vediamo su schermo corrisponde a realtà, e ciò è dovuto al diverso metodo con rappresentiamo i colori su monitor digitali e su carta. In entrambi i casi, si tratta di illusioni ottiche: i pixel RGB dello schermo e i pallini CMYK della stampa in quadricromia sono singole porzioni cromatiche che il nostro occhio interpreta nel suo tentativo di ricostruire il mondo che lo circonda. Sono informazioni che si rivelano importanti nel momento in cui salviamo un file, scegliendo il profilo di colore con cui esportarlo.